Il nome della Svizzera viene spesso accostato alla bellezza del suo paesaggio alpino: i passi del Bernina, del Maloja, dello Spluga o i più centrali Furka, Susten e Grimsel sono, con i loro mix di curve e panorami mozzafiato, delle vere e proprie chicche per un tour in alta quota.
Oltre la catena alpina, confinante con Francia e Germania, si estende un’altra catena montuosa: il massiccio del Giura.
Con le sue altitudini moderate, la presenza di continui saliscendi e bellissimi panorami; il Giura può essere un’ottima meta per tutte le stagioni da abbinare ad un viaggio nella vicine Francia e Germania, oppure per chi voglia conoscere più a fondo il piccolo stato confederato.
Il tour mostrato è solo un piccolo assaggio di questa regione poichè ha sempre qualcosa di nuovo da mettere in mostra.
Un primo assaggio: da Aarau alla sella del Chilchzimmer
Il tour ha come punto di partenza la città di Aarau; capoluogo del cantone di Argovia, per prodigarsi in direzione del paese di Erlinsbach.
Attraverso il fiume Aare, che delimita il confine fisico della cittadina; anche se per via dello sviluppo urbanistico, solamente i cartelli ce lo fanno notare.
I condomini diventano case con giardino, per poi far spazio a grandi prati, attorniati da boschi e qualche fattoria qua e là. Erlinsbach è alle mie spalle e con lei la vita di provincia.
Curve dolci e tornanti mi portano fino a Saalhöhe, dalla quale è possibile ammirare un panorama sulla regione.
Oggi il meteo è ancora indeciso: le nuvole mattutine vogliono far credere che questa è una giornata per altre attività, ma il sereno all’orizzonte e le temperature gradevoli mi fanno ricredere; confermando questa giornata ideale per da trascorrere sulle due ruote.
Uno scatto e si riparte. Scendo dal lato opposto di Saalhöhe ed una volta raggiunto il paesino di Kienberg mi sposto in direzione ovest seguendo il profilo della montagne del Tafeljura.
A partire dalla località di Anwil cominciano i saliscendi caratteristici della regione e che mi accompagneranno fino alla sella del Chilchzimmer.
Le nuvole nel cielo mettono in risalto i colori di piena estate che, insieme all’ambientazione rurale, completano questo paesaggio da cartolina.
Dopo avere trovato la viuzza che mi permette di uscire da Zenglingen le pendenze diventano notevoli dislivelli: sto entrando nella regione del Kettenjura.
Con la successione di salite e discese comincia il mio ritorno verso la civiltà: stazioni ferroviare, bar, qualche capannone e delle pompe di benzina mi fanno rituffare nella normalità.
Come velocemente il divario si nota, velocemente si scorda: in pochi chilometri la natura ritorna con tutta la sua bellezza a farla da padrone.
Passate delle successioni di urbanizzazione e verde sommato a qualche tornante; raggiungo la sella del Chilchzimmer (991 m). Qui decido di fermarmi per dedicarmi alla ricerca dei resti dei bunker militare che, grazie alle informazioni di un’anziana coppia del luogo, è ancora facilmente accessibile.
Il tracciato che porta al passo fu costruito durante la Prima Guerra Mondiale per inglobarla nella linea di sbarramento dell’Hauenstein. Il tutto fu concepito per difendersi nel caso di invasione della vicina Germania; cosa che non venne mai luogo.
Quello che resta di questo periodo storico sono le costruzioni militari ancora visibili mantentute ancora integre da parte di associazioni di volontari, dandoci la possibilità di non dimenticare una realtà vissuta poco più di un secolo fa.
Direzione passo dello Schelten
Superato il passo la strada scende dolcemente, dandomi la possibilità di distrarmi per qualche attimo. Arrivato al primo bivio a fondovalle, una costruzione antica attira la mia attenzione. Leggendo i cartelli si tratta del monastero di Schöntal.
Costruito nel 1146 lungo la via commerciale dell’Hauenstein, fu saccheggiato per via della Riforma protestante nel 1500 e riutilizzato dai locali come fattoria e, per un breve periodo, fabbrica di mattoni.
Riconvertito nel Novecento a residenza estiva; nel 2000 è stato ristrutturato per essere utilizzato come luogo d’arte ed attualmente un’associazione ne gestisce la struttura.
Molto affascinante è come questo piccolo agglomerato sia resistito nei secoli, mantenendo la sua struttura pressochè identica.
Mi rimetto in sella, raggiungendo Langenbruck e dopodichè; raggiungo Mümliswil passando da Balsthal, dato che la strada militare è interrotta per lavori.
Risalgo in direzione Passwang dove, dopo una manciata di chilometri, ha inizio la strada che mi porterà sul passo dello Schelten. La strada diventa un mix di curve e saliscendi fino alla sommità di 1051 m.
Il passo dello Schelten è una delle tante vie di comunicazione che separa la parte germanofona alla parte francofona della Svizzera.
Inizialmente strada carrozzabile a fondo valle e sentiero nell’ultimo tratto, a partire della metà dell’Ottocento divenne completata. Anche in questo caso fu strategica per la Prima Guerra Mondiale divenendo quindi una strada militare, utilizzata come punto di collegamento tra lo sbarramento dell’Hauenstein e il col de Rangiers; situato tra la cittadina di Delemont e Porrentruy nel canton Giura.
Con l’arrivo della Seconda Guerra Mondiale la difesa contro un’invasione fu ottimizzata con la costruzione di bunker che supervisionavano la via. I resti sono tutt’ora visibli, ma in totale stato di abbandono.
Direzione passo dello Schelten
Superato il passo la strada scende dolcemente, dandomi la possibilità di distrarmi per qualche attimo. Arrivato al primo bivio a fondovalle, una costruzione antica attira la mia attenzione. Leggendo i cartelli si tratta del monastero di Schöntal.
Costruito nel 1146 lungo la via commerciale dell’Hauenstein, fu saccheggiato per via della Riforma protestante nel 1500 e riutilizzato dai locali come fattoria e, per un breve periodo, fabbrica di mattoni.
Riconvertito nel Novecento a residenza estiva; nel 2000 è stato ristrutturato per essere utilizzato come luogo d’arte ed attualmente un’associazione ne gestisce la struttura.
Molto affascinante è come questo piccolo agglomerato sia resistito nei secoli, mantenendo la sua struttura pressochè identica.
Mi rimetto in sella, raggiungendo Langenbruck e dopodichè; raggiungo Mümliswil passando da Balsthal, dato che la strada militare è interrotta per lavori.
Risalgo in direzione Passwang dove, dopo una manciata di chilometri, ha inizio la strada che mi porterà sul passo dello Schelten. La strada diventa un mix di curve e saliscendi fino alla sommità di 1051 m.
Il passo dello Schelten è una delle tante vie di comunicazione che separa la parte germanofona alla parte francofona della Svizzera.
Inizialmente strada carrozzabile a fondo valle e sentiero nell’ultimo tratto, a partire della metà dell’Ottocento divenne completata. Anche in questo caso fu strategica per la Prima Guerra Mondiale divenendo quindi una strada militare, utilizzata come punto di collegamento tra lo sbarramento dell’Hauenstein e il col de Rangiers; situato tra la cittadina di Delemont e Porrentruy nel canton Giura.
Con l’arrivo della Seconda Guerra Mondiale la difesa contro un’invasione fu ottimizzata con la costruzione di bunker che supervisionavano la via. I resti sono tutt’ora visibli, ma in totale stato di abbandono.
Adesso si parla francese…
Dopo un breve rettileneo la vista si apre verso occidente mostrandoci la morfologia del territorio; il nostro percorso andrà oltre queste montagne.
In valle si la strada si affianca al corso d’acqua adiacente ed in pochi chilometri ricompaiono le prime case.
Le architetture sono diverse e i cartelli ora sono in francese: siamo arrivati a Mervelier.
Al posto di proseguire per la via principale, devio per una via poco trafficata che mi porta alle gole che precedono la cittadina di Moutier. Trovo affascinante come vengano mantenute le vecchie costruzioni, quando a pochi chilometri il cemento vince a man basse.
Le case che si fanno più rade, le rocce e la prevalenza di ombra mi preannunciamo l’arrivo alle gole.
Prima del recente arrivo dell’autostrada questo era un punto nevralgico per traffico da e per la regione. Lo testimoniano i numerosi edifici in vendita o in stato di semi abbandono, che probabilmente fino a poco fa erano un’attività redditizia.
La fine delle gole ci fa da ingresso a Moutier. Attraverso la località in direzione «Gorges des Perrefitte», ricominciando unu nuovo round a suon di pieghe e rettilinei.
Rispetto ai punti appena superati le gole sono raggiungibili solamente dopo una breve escursione attraverso la boscaglia, che nel frattempo ci fa compagnia quasi fino all’arrivo nel borgo di «Les Ecorcheresses».
Il silenzio del posto con la totale mancaza di traffico mi danno una sensazione di tranquillità che non è sempre scontata nella vita di tutti i giorni.
Il proseguio ci conduce a Souboz: un agglomerato posato in cima ad un cucuzzolo che fa da terrazzo naturale sull’ambiente circostante.
Discendo e mi fermo davanti ad un cartello: «Sornetan». «Proseguo o cambio direzione e vedo dove arrivo? Effettivamente la via non è senza uscita…».
Il fuori programma ha la meglio.
Si intravedono le prime case: l’attaccamento alla propria terra e la passione per gli animali da allevamento è radicata anche qui.
Su un muretto siedono delle persone che, notando il mio passaggio, sembrano come risvegliati da un rumore improvviso. Chissà cosa stavano pensando: la settimana che volge al termine? Un luogo lontano? La persona del cuore? Questo non lo saprò mai…
La strada lascia il nucleo di case e comincia a salire, raggirando la collina al confine di Sornetan. Il paesaggio mi scorta fino ad un incrocio con una strada a due corsie. Svolto a destra e percorro senza fretta; il giro sta volgendo al termine, come la giornata di oggi.
Decido di fermarmi presso il vicino caseificio della «Tête de Moine», un conosciuto formaggio svizzero originario proprio di questa regione.
Incuriosito e con le farfalle nello stomaco parcheggio la moto ed entro attratto dai formaggi in bella mostra.
Piccola pausa; raccolgo qualche pensiero e riparto verso casa. Quale strada? Lo deciderò lungo il percorso.
In fondo questa regione è come la sconosciuta della porta accanto: finché non si bussa alla sua porta non si saprà mai chi è davvero.
Roadbook:
Aarau, Oltingen, Laufmatt, Langenbruck, Scheltenpass, Vermes, Moutier, Moron, Bellelay
Lunghezza:
110 km
Dislivello:
↑3730 m ↓3160m
la fotografias muy bien
grazie Alper 🙂